Maxime Rodinson

Maxime Rodinson Figlio di un ebreo russo-polacco commerciante di tessuti morto ad Auschwitz con sua moglie, Maxime Rodinson studiò lingue orientali e, dopo aver lavorato a Beirut presso il ''Service des Antiquités'', nel 1955 divenne, per volere di Marcel Cohen, docente di ''Etiopico e Sud-arabico'' (tra cui il ge'ez, la lingua liturgica dei cristiani monofisiti d'Etiopia) all'EPHE (École Pratique des Hautes Études alla Sorbona di Parigi). Diresse anche la rivista ''Moyen Orient''.

Aderì al Partito Comunista Francese nel 1937 per "ragioni morali". Ripensò più tardi la sua posizione dopo la svolta stalinista del Partito e fu espulso dal PCF nel 1958. Sul tema scrisse più tardi un libro autocritico sulla sua militanza comunista (senza però rinnegare i suoi ideali socialisti) che volle chiamare ''De Pythagore à Lénine'' (Parigi, Fayard, 1993).

Fu autore di una ricca serie di lavori di spiccata originalità, tutti condotti sul filo del massimo rispetto per le fonti originali, interpretate alla luce della corretta metodologia del comparativismo storico. Tra essi assai nota è la biografia del profeta dell'Islam, "Mahomet", in cui dispiegò una brillante interpretazione in chiave sociologica del fenomeno islamico.

Rodinson divenne assai noto in Francia quando espresse alcune sue perplessità circa lo Stato di Israele, di cui contestava l'''humus'' sionista, e ciò a dispetto della sua origine ebraica. In particolare criticò la politica degli insediamenti agricoli nei Territori Occupati dopo la guerra dei sei giorni. da Wikipedia
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